Limiti di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti

Finalmente il Ministero della Salute presenta la bozza del Regolamento recante limiti di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti.   con ben 15 mesi di ritardo su quanto stabilito dalla legge 242/2016 che imponeva la presentazione del decreto sui limiti del THC negli alimenti.

Ritengo la nuova bozza migliore rispetto a quella del precedente governo, si poteva osare un po’ di più sui limiti mg/kg e sui prodotti derivati ammessi al suso alimentare. sopratutto alla luce della lentezza con cui le istituzioni reagiscono ai nuovi mercati emergenti.

L’esclusione dell’infiorescenza di canapa da tisana e i bassi valori per gli integratori, escludono il CBD e tutto il fito complesso dal uso alimentare. Mi chiedo se queste mancanze non ci faranno tornare indietro di anni sul percorso emancipazione della canapa. la bozza del Ministero prevede in allegato la tabella:

Questa è solo una bozza che deve essere ancora approvata, ci auguriamo che venga integrata anche con i derivati del infiorescenza di cannabis sativa L., che non possono sottostare a questi limiti di legge, ma con un accortezza sulle avvertenze esposte sulla confezione, possano esssere comunque commercializzate se restanti entro lo 0,2% di THC. Ricordiamo che l’OMS ha dichiarato che il THC non ha effetti psicoattivi se entro 1-1,5 % di principio attivo tetraidrocannabinolo (THC).