Cannabis Terapeutica: strategie nella ricerca, sanità e politica

Roma, sabato 16 novembre 2018 si è tenuto, presso la sala consigliare del Senato della Repubblica italiana, un convegno organizzato dalla Sociatà Italiana Ricerca Cannabis (S.I.R.C.A.). Il presidente il dott. Palo Poli, è intervenuto dichiarando:

“nonostante in Italia ci sia un’ottima situazione sul fronte della ricerca sulla cannabis terapeutica, nettamente migliore rispetto a Francia e Inghilterra, e nonostante la nostra produzione allo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze sia di ottima qualità, produciamo troppo poco rispetto al fabbisogno. Parliamo di circa 150 kg su una necessità di circa 700 kg, per cui siamo costretti a importare da Olanda e Canada. Se riuscissimo ad aumentare la produzione potremmo addirittura esportarla e guadagnarci: i nostri pazienti avrebbero cannabis terapeutica praticamente gratis”.

Sinceramente questa dichiarazione mi risulta un po’ ipocrita detta da un medico che da anni tratta la cannabis terapeutica, definire che “….in Italia ci sia un’ottima situazione sul fronte della ricerca sulla cannabis terapeutica…..” mi risulta molto assurdo, visto le difficoltà e ostruzioni che i ricercatori italiani ci dichiarano di avere (art. 9 della Costituzione Italiana) nel poter accedere alla cannabis medica per fini di ricerca, ricordiamo che solo ed esclusivamente l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ha il permesso a coltivare, detenere e manipolare sostanza con alto contenuto di tetraidrocannabinolo (THC). Alla luce delle innumerevoli sovvenzioni ricevute dallo Stabilimento Chimico di Firenze e a fronte degli esigui quantitativi di cannabis prodotti, ad oggi non ci sembra logico obbligare i cittadini italiani a spendere più del doppio (sovvenzioni statali + costo farmaceutico della sostanza), rispetto al importazione dall’estero (nessuna sovvenzione pubblica italiana) per produrre ed acquistare un farmaco che se auto-prodotto dai pazienti avrebbero un impatto minimo sul economia sanitaria della nazione e dei malati. Ad oggi non è plausibile aumentare la produzione italiana, a meno di salatissime sovvenzioni Ministeriali, l’Istituto Militare ha dimostrato in questi anni incapacità pratica e culturale nel produrre infiorescenza di Cannabis Sativa L. ad alto contenuto di principio attivo, con qualità non adeguate alla somministrazione e al consumo di questa tipologia di farmaci naturali. Confidiamo che il dott. Paolo Poli, abbia volutamente addomesticato la realtà dei fatti, per sottomissione morale nei confronti dei ministeri competenti sul argomento, non ci riusciamo a credere che un medico istruito possa essere così cieco nei confronti della realtà sanitaria italiana.

Nella conferenza sono inoltre intervenuti alcuni parlamentari italiani, Gilda Sportiello, Doriana Sarli, tra i quali segnaliamo Matteo Mantero (M5S), ha dichiarato che questo farmaco:

“necessario per tantissimi pazienti ma è fondamentale garantire una continuità terapeutica, nel tempo ma anche nella qualità del farmaco. Una continuità che oggi fatichiamo a garantire anche perché i dati sui consumi arrivano in maniera disomogenea da Regione a Regione. Le stime del fabbisogno sono in crescita perché aumentano i medici prescrittori e le patologie su cui si utilizza con ottimi risultati, il fabbisogno potrebbe crescere fino a 2000 kg di infiorescenze. La produzione italiana ha una qualità altissima e dobbiamo puntare a raggiungere questo obiettivo”.

Siamo d’accordo su quanto dichiarato, ma riteniamo che la qualità del farmaco non possa migliorare fin quando non si aprirà la possibilità a privati di creare un mercato competitivo e concorrenziale, così da abbassare anche i prezzi alla produzione e migliorane i valori qualitativi.

È intervenuta anche la parlamentare Leda Volpi (M5S):

“la cannabis presenta delle potenzialità terapeutiche molto interessanti: contiene centinaia di molecole, molte delle quali ancora non si conoscono completamente. Per questo è importante promuovere la ricerca in questo campo. Serve standardizzare l’estrazione, la concentrazione e le proporzioni migliori possibili nelle varie indicazioni terapeutiche e allo stesso modo capire i sintomi e le patologie che possono veramente trarne beneficio. Come legislatori ci occuperemo anche della prescrivibilità e delle problematiche legate alla patente di guida”.

Sperando che queste non siamo solo dichiarazioni per raccogliere consensi elettorali, ma invece ci auguriamo che questo farmaco possa aprire gli occhi a tutto il settore medico, facendo capire che la medicina naturale non può e non deve assolutamente seguire la standardizzazione chimico farmaceutica imposto dalle case farmaceutiche, che tantissimi danni hanno causato alla salute pubblica e al analfabetismo funzionale dei medici e dottori che operano nella società moderna. Vedere che ancora oggi si fanno convegni medici senza invitare i pazienti, gli unici che veramente possono testimoniare sul efficacia di un prodotto, ma forse era scomodo in quella sede sentirsi criticare “ottima qualità” del farmaco prodotto in Italia, da un istituto che era prossimo alla chiusura, riesumato e salvato dalla “droga”. Mi aspetto che questo governo faccia qualcosa in più che salvare e giustificare le poltrone in istituti pubblici lesivi del diritti umani e costituzionali; ma che faccia lavorare professionalmente i Ministeri, le Regioni e qualunque istituto abbia l’incarico di espletare i doveri costituzionali derivanti dal:

Art. 32 della Costituzione italiana

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.