La quiete dopo la tempesta
installazione in pianta di cannabis nella natura
del territorio italiano
Stop con il proibizionismo
lasciamo vivere la natura in tranquillità
Attivista per i diritti della Cannabis
Comunicato stampa FAAAT think & do tank
Vienna, sede delle Nazioni Unite, 7 dicembre 2018.
L’attesissimo rilascio di risultati della valutazione scientifica biennale della Cannabis dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS-WHO) lascia gli operatori del settore stupiti e sconvolti. L’ultima valutazione dell’OMS nel 1954 ha alimentato il divieto globale sotto il quadro del Trattato sul controllo delle droghe delle Nazioni Unite.
Oggi di fronte ai governi del mondo, l’Oms ha riferito che il tramadolo, un oppioide sintetico che costituisce il principio attivo di farmaci antidolorifici della classe degli oppioidi, ampiamente usato in luoghi dove l’accesso legale alla morfina è limitato, non dovrebbe essere posto sotto controllo, citando le prove che indicano che sottoporre il farmaco a controllo internazionale ridurrebbe il legittimo accesso terapeutico . Si tratta di una condanna evidente dell’impatto negativo della politica internazionale di controllo della droga sull’accesso alla medicina.
L’OMS ha anche formulato raccomandazioni coraggiose sui cannabinoidi sintetici dichiarando che sono molto più dannosi della Cannabis, e che non hanno alcuna utilità medica di riscatto apparente. Tuttavia, l’OMS ha raccomandato una collocazione molto meno restrittiva dei trattati rispetto alla cannabis.
2 dicembre 2016 con l’approvazione della legge 242 e la sua conseguente l’entrata in vigore con la pubblicazione in gazzetta ufficiale n° 304 del 30 dicembre 2016, In Italia è finalmente possibile coltivare la cannabis light, gli obblighi di legge per poter coltivare questa pianta impongono l’acquisto di semi di canapa certificati UE. Le varietà iscritte al registro europeo sono consultabili su “Plant variety database – European Commission“. Queste genetiche vengono vendute in sacchi di diversa pezzatura (1-3-5-20-25 kg) e deve essere accompagnato dal cartellino di certificazione UE e da regolare fattura di acquisto. Ogni cartellino (in lingua originale) riporta i dati identificativi come specie del seme, nome della varietà, paese di produzione e numero del lotto, possono essere riportati anche i dati tecnici come grandezza del seme, percentuale di germinazione, peso medio per 1000 semi. Ogni anno la commissione Europea, rilascia tra dicembre e gennaio le nuove varietà di canapa ammesse per la prossima stagione, alcune varietà possono essere ritirate causa sforamento dei principi attivi, e possono essere ammesse nuove varietà sempre con THC < 0,2%. Vista la carenza di semi che ogni anno affligge gli agricoltori, vi consigliamo di provvedere alla prenotazione dei semi certificati a gennaio anche se saranno consegnati ad inizio primavera, così da poter scegliere la varietà più adatta alla vostra coltivazione.
Cannabis Sativa L. è il termine botanico per indicare le piante dalle foglie a sette punte, conosciuta con molti nomi diversi, tra i più comuni:
La cannabis light è una nuova concezione del infiorescenza di Cannabis Sativa L. a basso contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), la sua percentuale dipende dalle legislazioni nazionali, in Svizzera il limite legale è del 1% di THC, mentre in Italia la legge 242/2016 permette di poter raggiungere lo 0,6% di THC. La cannabis light è un vegetale coltivato, lavorato ed essiccato con metodologie sviluppate dal mercato (legale e non) della Marijuana e della cannabis medica, entrambe ad elevato contenuto di THC. La qualità del infiorescenza è determinata da molti fattori diversi, paragonabile al vino con molta variabilità tra i prodotti in commercio. Queste differenze sono causate dalla metodologia di coltivazione, la cura dedicata alla raccolta e pulizia del fiore ma sopratutto dal attenzione che l’Azienda Agricola impiega nella delicatissima fase di concia del prodotto Cannabis Light.
Il nostro corpo assimila i metalli pesanti in diversi modi, il sistema gastrointestinale è l’apparato che assimila in percentuale minore i contaminanti disponibili, mentre l’apparato respiratorio è quello più debole con un altissima percentuale di assorbimento (sopratutto cadmio, mercurio e alluminio). Per questo riteniamo molto importante che vengano eseguite le analisi sui metalli pesanti anche sulle infiorescenze prodotte, e non solo sui derivati ad uso alimentare, vista l’alta assimilazione che avviene tramite il fumo introdotto nei polmoni.
La coltivazione su terreni non inquinati, con l’utilizzo di fertilizzanti analitici, alimentari e farmaceutici, riduce notevolmente l’assimilazione dei contaminanti da parte della pianta di Cannabis Sativa
La Cannabis Sativa L. anche se non è classificata come pianta iperaccumulatrice (che aumenta le quantità di metalli pesanti nel suolo e/o fertilizzanti) ha comunque doti di fitodepurazione è pertanto in terreni o con fertilizzanti che contengono metalli pesanti, può accumulare dei contaminanti nel apparato radicale e fogliare della pianta. Queste concentrazioni possono essere un problema sopratutto nelle coltivazioni in idroponica dove gli elementi nutritivi sono più disponibili per la pianta di canapa.
Finalmente il Ministero della Salute presenta la bozza del Regolamento recante limiti di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti. con ben 15 mesi di ritardo su quanto stabilito dalla legge 242/2016 che imponeva la presentazione del decreto sui limiti del THC negli alimenti.
Ritengo la nuova bozza migliore rispetto a quella del precedente governo, si poteva osare un po’ di più sui limiti mg/kg e sui prodotti derivati ammessi al suso alimentare. sopratutto alla luce della lentezza con cui le istituzioni reagiscono ai nuovi mercati emergenti.
L’esclusione dell’infiorescenza di canapa da tisana e i bassi valori per gli integratori, escludono il CBD e tutto il fito complesso dal uso alimentare. Mi chiedo se queste mancanze non ci faranno tornare indietro di anni sul percorso emancipazione della canapa. la bozza del Ministero prevede in allegato la tabella:
luglio 2016 articolo: Dolce Vita n°65
Molti “semi” son stati adagiati al interno dell’apparato legislativo, sia sulla Legalizzazione della Cannabis e del suo fitocomplesso, sia sull’incentivi alla coltivazione di canapa e/o per la creazione di centri di prima trasformazione della stessa.
documento presentato al Parlamento UE a bruxelles
settembre 2015 articolo: Dolce Vita n°60
Come fruitori italiani della pianta di cannabis, vorremo portare un argomento che riteniamo importante al fine di proporre una sana discussione sulla legalizzazione della Cannabis Sativa L. La necessità di passare alla
regolamentazione dell’autoproduzione.
Noi estimatori della pianta di canapa, siamo consumatori-coltivatori consapevoli e teniamo a precisare che non si tratta né di una moda, né una trasgressione. L’autoproduzione è stata storicamente presente e portata avanti sino a che non è stata distorta con dolo attraverso una politica di disinformazione. Auspichiamo un immediata legalizzazione che miri ad educare i fruitori al un consumo responsabile.