Essere attivista nel mondo contemporaneo significa selezionare una delle dimensioni del vivere quotidiano, nella quale si riscontra un certo grado d’ingiustizia, e dirigere su di essa le proprie energie fisiche e culturali. Spiegare, insomma, al resto della società che le condotte definite illecite in un determinato periodo storico possono essere serenamente rivalutate alla luce di informazioni più approfondite e che la storia dell’umanità è costellata di comportamenti considerati sino ad un certo momento nocivi che poi vengono invece pacificamente accettati e poi condivisi. Essere attivista significa trovarsi all’avanguardia di una minoranza che si indirizza alla maggioranza e cerca di cambiarne le opinioni. (cit.)