Come pulire le piante madri di cannabis

“Brrr, oggi fa veramente freddo”: è sempre lo stesso pensiero che mi pervade prima di varcare la soglia del lavoro. Finalmente arrivato e sì, uno dei vantaggi di lavorare in una serra con riscaldamento geotermico, è il piacere di passare dai -2° C della pianura padana in Febbraio a 20° C nella serra di THCbd; ok fare il contadino, ma se possibile gradisco farlo con le comodità del ventunesimo secolo.
Caffettino e pronti a partire, oggi mi occupo delle piante madri.
Buongiorno fanciulle, passata una buona nottata? Oggi ho tempo e attenzioni solo per voi, l’ultima volta che avete figliato (propagazione agamica) non sono riuscito a sistemarvi come si deve, vedo che alcune di voi hanno dei rametti fuori posto e doppie punte che escono qua e là dalle vostre belle chiome. Chi vuole essere la prima?

Critical Plus tu sei sempre la solita con il risveglio lento, non capisco se le tue enormi foglie, tipiche della varietà critical, pesano troppo e fai fatica la mattina ad alzarle o se è proprio pigrizia, aspetti sempre la tarda mattinata per farti vedere nella tua splendida forma.

Dinamed Kush, qui passo io, mi si incrociano gli occhi a pensare di rovistare in quel cespuglio piccolo e compatto, hai tutti i tratti delle tue antenate Afgan kush, se non ti dispiace appena fa più luce mi dedico a te come si deve, intanto sai che l’ultima è sempre la Critical Plus quella dormigliona.

Sour Orange, tu sei la più bella e alta con i tuoi rami lisci e slanciati sembri una modella, e mi sa che sei anche un pelino narcisa, ma oggi mi dispiace non parto da te, ma sei la prossima tranquilla.

Critical Kush, non dirlo alle altre ma tu sei la mia preferita, con quella tua postura da Kush moderna, bella areata, con poche foglie, gonfie e morbide come il velluto, grandi abbastanza da soddisfare i tuoi bisogni di fotosintesi. Tu sei la prescelta per iniziare la giornata, pronta a cominciare? Gradisce solo taglio o anche shampoo e balsamo?

Vado a preparami, disinfetto mani e tutti gli strumenti da taglio, cerco un bel vaso capiente che faccia da cestino per le potature (così sporco meno a terra e devo pulire meno a fine giornata), in fine mi preparo dei contenitori con dell’acqua fresca, per le talee, è un dispiacere dover gettare parti di una pianta viva senza dargli una più onorevole seconda vita.
Prima di tutto perlustrazione: giro attorno alla pianta madre osservandola da fuori, a volte accarezzandola a volte attratto da qualche apicale affondo lo sguardo al suo interno, cerco di individuare i rami principali quelli più grossi, con il maggior apporto di linfa, per comprendere la struttura della pianta che sto affrontando.
Prima di sedermi alla base del vaso per immergermi al suo interno e cominciare la vera pulizia, valuto se ha necessità di una aggiustatina esterna, individuo due apicali che stanno un po’ svettando rispetto alle altre, prima di tagliarle, seguo i loro rami accarezzandoli delicatamente con due dita fino alla base. In questo caso una cima è direttamente collegata al tronco principale nella parte alta, una facile potatura! Basta valutare l’altezza media delle altre apicali, individuare l’internodo di riferimento con la gemma che diventerà la prossima apicale del ramo e tagliate.
Per non far danni a pianta e germoglio, appoggio delicatamente la lama delle forbici (ben affilate e appuntite) sul ramo da tagliare qualche centimetro sopra all’internodo, piano piano scendo fino ad incontrare il germoglio, che salverò, e affondo tagliando di netto.
Affronto ora l’altro meristema, accarezzandolo mi accorgo che mi conduce a un bel ramo principale basso, visto che il rametto e molto fine, slanciato e dagli internodi eccessivamente distanziati, non vale la pena salvarlo, appoggio la lama delle forbici al rametto e scivolo fino alla sua base e taglio. Entrambe le potature mi daranno delle bellissime talee e finiscono subito nell’acqua fresca per dopo.
Articolo a cura di Markab del team THCbd

pubblicato su: canapaindustriale.it

 

La coltivazione metafisica

Con questo articoli siamo felici di iniziare la nostra collaborazione con i ragazzi di THCbd che in questo primo articolo si soffermano su un aspetto fondamentale, che la scienza riesce solo ad immaginare e che nessun libro vi potrà mai insegnare: l’importanza di avere un buon pollice verde, e di parlare con le piante nella coltivazione metafisica. 

L’altra mattina, ero a lavoro, tra le piante bello e beato! In lontananza, lo vedo che si avvicina: “ce l’ha con me o con Gabriele?” (un mio collega) Penso tra me e me… “Mi sta guardando, fisso negli occhi.. ce l’ha con me è chiaro!”.
“Markab!” – dice lui – “Ci hanno proposto di sviluppare una rubrica di coltivazione su Canapaindustriale.it, ti va?”.
Ed eccomi a scrivere il primo articolo, ci sono tante guide, forum, pagine, siti, ma in pochi partono da un presupposto fondamentale: se si hanno pari competenze e strumenti, cosa fa la differenza?
Sono convinto che, una delle cose che fa la differenza nella coltivazione è possedere un buon pollice verde. In questo come in molti altri siti web potete trovare persone che vi insegnano a coltivare, vi illustrano i  materiali e le tecniche migliori (spesso opposte tra loro) per la coltivazione della pianta di cannabis (lo stesso è per tutte le piante coltivabili) queste nozioni a molto poco servono se non si metabolizza cosa sia una pianta e che la natura non è una cosa concreta.

Amore ed energia positiva per la canapa: la coltivazione metafisica

Ogni pianta presente in natura è un essere vivente, come tale composto da organi quali: radici, fusto, foglie e fiori. Oggi però non ci soffermeremo sul mondo fisico ma proveremo ad  approfondire la parte metafisica della coltivazione, a cui la società odierna da poca importanza; mentre noi della THCbd cerchiamo di valorizzare perché ci aiuta a fare la differenza.
Trasmettere ciò che la scienza e la tecnica non riusciranno mai a dimostrare (ultimamente neanche ad immaginare) non è per niente facile, ritengo che il tutto sia semplificabile nel termine “parlare con le piante” come ci insegna Don José Carmen Garcia Martinez nel suo libro “El hombre que  habla con las plantas” il coltivatore ha l’arduo compito di capire ed integrare la natura, non solo sul piano fisico (aqua, aria, concimi, ecc…), interpretando ciò che non è abituato a vedere e non più capace di percepire, il mondo metafisico della natura.
Dare amore ed energie positive al mondo vegetale è un apporto migliore di qualunque concime in commercio, già dimostrato da molti studi comparativi. La pianta di Cannabis Sativa L., grazie alle  moltissime variabili create dalle interazioni tra i principi attivi (Flavonoidi, Terpeni, Cannabinoidi, ecc…) che produce in fioritura, è colei che ci permette di vedere maggiormente gli effetti (positivi e negativi) apportati dal grower (coltivatore) sul piano energetico.

Il seme e la memoria genetica

Il seme esiste perché è stato generato da una pianta madre che può aver trascorso un ciclo vitale agiato o disagiato, queste esperienze la madre le trasmette alla prole per evolversi e adeguarsi meglio al territorio che la ospita (terreno, clima, patogeni, interazioni, ecc….); questa esperienza  che si tramanda viene chiamata memoria genetica del seme. Se il frutto della pianta che è solo un  embrione ha una memoria, sicuramente anche un essere vivente come una pianta ha una memoria, non solo genetica ma anche esperienziale, come dimostrano alcune prove empiriche fatte su piante di Mimosa, dall’Università Western Australiana (UWA), fatte cadere ripetutamente da un altezza stressante, ma non traumatizzante per la pianta, su una schiuma ammortizzante; dopo solo pochi  lanci le piante Mimosa, che sotto stress chiudono le loro foglie, hanno smesso di rispondere allo stimolo; l’esperimento riproposto dopo 28 giorni ha dimostrato che le piante hanno memorizzato che lo stress non recava nessun pericolo. Questo come molti altri esperimenti ci insegna, ciò che la chimica non vede, che le piante recepisco molte più informazioni rispetto a quello che siamo soliti pensare e queste esperienze, come per ogni essere vivente, influiscono moltissimo su tutto ciò che è e che fa.
La pianta di Cannabis light coltivata con amore e accudita con passione, riceve sicuramente le  giuste attenzioni nutrizionali e ambientali e sul piano metafisico riceve energie positive che  permetterà alla pianta di vibrare armonicamente (produrre onde sonore) trasmettendo le giuste informazioni sotto forma di segnali elettrici che delineano delle proprie vie nervose. Come  dimostrato dall’Università di Agronomia di Chapingo (Messico), curare la coltivazione sul piano metafisico può permettere una riduzione dell’utilizzo di fertilizzante fino ad un 500% in culture trattate con dolcezza e amore.  
Il fiore, fucina dei principi attivi della pianta appare nella fase della maturità avendo già passato le fasi di germinazione, radicazione, crescita vegetativa e stretch. In questa fase, la pianta ha già memorizzato molte esperienze di vita positive e negative, che ne hanno formato l’essenza. Nella fase di fioritura si notano le vere differenze di sopportazione della pianta nei confronti dei  patogeni e a tutti gli stress che questa fase delicata riserva; tutti i coltivatori potranno testimoniare che piante uguali (derivanti da talee) possono reagire diversamente alle stesse avversità, questo perché le piante più forti hanno avuto maggiori attenzioni.
I principi attivi sono la cartina tornasole di un buon coltivo, la loro sensibilità alle diverse percentuali di Terpeni e Cannabinoidi permette innumerevoli variabili nelle loro interazioni, permettendo ad un attento osservatore di considerare ogni pianta come un essere a se stante poiché  anche se unite dalla medesima genetica, la differenzia la fa l’esperienza di vita. Il coltivatore empatico, comprenderà le esigenze della pianta e partendo dal presupposto che  possiede una specie di intelligenza o di memoria gli permetterà di dialogare con lei.
Mi pare d’aver capito che a questo articolo ci sarà un seguito, gia me lo vedo, in lontananza che si avvicina minaccioso… “Markab!”, dice lui – …

Articolo a cura di Markab del team THCbd

pubblicato su: canapaindustriale.it

Lo stato delle leggi sulla Cannabis in Italia dopo il Corona Virus

ciao a tutti,

Siamo tutti reduci da limitazioni che stanno ledendo le nostre libertà dovute al CoronaVirus, l’occasione per tutti i cittadini di provare sulla propria pelle cosa sia il Proibizionismo e di poter sperimentare una sorta di “Arresti Domiciliari” conseguenti proprio alle limitazioni delle libertà personali.

Questo periodo mi ha insegnato moltissime cose tra queste ho capito l’importanza dell’autodeterminazione delle singole persone e delle diverse comunità che compongono la società (art.2 della costituzione) … oltre all’ipocrisia dimostrata dalle Forze dell’Ordine nell’applicare la Legge o meglio d.P.C.M. Incostituzionale, senza nessuna capacita nel valutare le situazioni potenzialmente pericolose da quelle totalmente innocue.
Scusate ma questa premessa è importante per capire a fondo il concetto che segue.

 

In Italia il cittadino poteva circolare durante la pandemia del Covid-19?

  • senza giustificato motivo non era possibile muoversi per il territorio italiano o comunale.
  • Probabilmente si, anche senza giusta causa, lo stabilirà un giudice in primo o secondo grado … poi la corte d’appello …. poi la corte di Cassazione …. eventualmente poi lo chiediamo alla corte costituzionale e alla corte dei diritti del uomo;
  • viste le molte denunce formulate dalle FFOO per futili motivi la politica potrebbe fare una sanatoria o un amnistia, per non intasare i tribunali;

Tutte le risposte sono valide, perché leggi e decreti non sono atti finiti ma possono e devono essere completati e corretti dalle sentenze emesse dai giudici per completarle. Questi possono operare solo ed esclusivamente se vengono inoltrate delle denunce; se ciò non accade, la legge non trova una sua definizione e viene presa in considerazione l’interpretazione più restrittiva.

Questo, spero vi faccia capire quanto complicato sia poter interpretare la legge e la giurisprudenza italiana. Se leggiamo tra le righe si intuisce come il cittadino, che ha rivendicato la sua autodeterminazione nell’uscire di casa, si sarà preso una denuncia, la quale probabilmente verrà annullata dal giudice, ma ha potuto esprimere la propria personalità sodisfacendo i bisogni primari come menzionato nella Costituzione italiana (art. 2, art. 3, ecc…).

Se per noi la coltivazione della cannabis è veramente importante al punto di essere parte della nostra personalità, i Padri costituenti ci insegnano che questa libertà personale va rivendicata, con buonsenso e organizzazione, come ci hanno insegnano i Partigiani. Pertanto aderire oggi alle varie disobbedienze civili è giusto e costituzionale, ma non speriamo che non ci siano martiri come è sempre avvenuto in tutte le guerre.

La legislazione sulla cannabis:

  • La legge quadro (di riferimento) è il d.P.R. 309/90 che vieta ogni utilizzo e coltivazione della Cannabis …
  • Ci sono alcune deroghe previste dalla legge con modifiche successive:
    con il Referendum del 1993 il Popolo Sovrano ha sancito che non deve essere perseguita penalmente la detenzione per il consumo personale;
  • sucessivamente con il decreto del Ministero della Salute del 28 aprile 2007 viene derogato l’uso e l’importazione della Cannabis Medica oggi venduta nelle Farmacie Galeniche;
  • 12 febbraio 2014 data importantissima, la Corte Costituzionale sancisce incostituzionalità del decreto legge detto: Legge Fini Giovanardi;
  • la Corte di #Cassazione con sentenza 52104/14 il 15 dicembre 2014 sancisce la liceità dell’uso di gruppo di uno spinello;
  • sempre la Corte di Cassazione il 24 gennaio 2015 ci tiene a precisare che la #Coltivazione di Cannabis è sempre reato (cass. 51497/13);
  • Con sentenza n° 36037/17 la Corte Suprema di Cassazione ha sancito che la coltivazione non è reato se le piante non hanno tasso drogante (in fase vegetativa);
  • il Senato approva la legge 242/2016 sulla #Canapa e #Cannabislight legge che contempla l’uso florovivaistico e di conseguenza permette la #libera circolazione ed #esposizione di #piante di Cannabis #Sativa L. che abbiano un contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo inferiori ai limiti di legge (diciamo* #THC<0,5% per tradizione giuridica);
  • arriviamo al ultima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione che (va contro alla precedente sentenza cass.: 51497/13) sancisce che: NON costituiscono reato le attività di #coltivazione di #cannabis in minime dimensioni svolte in forma domestica.

Mi posso permettere di dire, che in Italia una legge sugli stupefacenti non esiste, tutto ciò ad oggi risulta una grande accozzaglia di sentenze che possono venire applicate in base alla discrezione e alle competenze dell’avvocato difensore.

Tutto questo si può riassumere con:

  • sei un consumatore di cannabis, tieni il numero del tuo avvocato sempre a disposizione non si sa mai, solo lui potrà dimostrare la tua innocenza e buonafede nel consumare cannabis.
  • non passare mai uno spinello ad un minorenne (appoggialo nel posacenere …)
  • puoi fumarti le canne a patto che: se ti fermano dici che non lo farai mai più … o dichiara la tua patologia medica.
  • se fumi con gli amici dichiara sempre che è uso di gruppo e avete acquistato tutti assieme il prodotto da consumare.
  • Non puoi guidare sotto effetto di sostanze stupefacenti (3-5 ore), se le analisi rivelano del THC è perché hai assunto cannabis nei giorni precedenti; Se commetti un incidente stradale con feriti … trovati il miglio avvocato, non sarà facile uscirne.
  • cerca di non dividere mai in dosi la sostanza che detieni, altrimenti rischi accusa di spaccio.

Ora passiamo alla coltivazione:

  • puoi coltivare tutta la canapa che vuoi senza dover dichiarare nulla, devi solo stare attento a non produrre THC;
  • puoi coltivare la Cannabis (potenzialmente ad alto contenuto di THC) se tenuta in fase vegetativa (18-20 ore di luce) in modo che non fiorisca e non produca THC;
  • Se vuoi lottare per i tuoi diritti, aderisci ad una delle molte iniziative di dissobedienza Civile in atto (cerca quelle con tutela legale) e coltiva un numero limitato di piantine;
  • se vuoi coltivare cannabis liberamente, non farti beccare …. se succede devi essere pronto pagare un avvocato che lotti per i tuoi diritti.

…. Oggi che hai provato sulla tua pelle per soli 2 mesi gli arresti domiciliari, sei pronto a disobbedire la legge per rivendicare il tuo diritto all’autodeterminazione e all’auto-produzione della Cannabis, per l’ottenimento del fitocomplesso utile al completamento del tuo sistema endocannabinoide? ….

Consigli utili per la coltivazione della Cannabis

Intraprendere una coltivazione di Cannabis Sativa L. con l’obiettivo della produzione di infiorescenza è un lavoro articolato da progettare bene sin dall’inizio per evitare al minimo le molte problematiche che si possono sviluppare durante tutte le fasi della coltivazione. La progettazione della stagione agricola deve prevedere la scelta dei collaboratori (soci e/o operai), scelta del terreno, scelta delle genetiche, sesto di impianto, impianto di irrigazione, macchinari e locale di essicatura. Consiglio sempre di legare la scelta del terreno alla vicinanza con il locale di seccaggio, maggiore è la distanza maggiore è la possibilità che il fiore si possa ossidare e rovinare esteticamente o nelle proprietà organolettiche.

  1. scelta dei collaboratori
    • mettere bene in chiaro compiti mansioni e motivazioni
    • mettere bene in chiaro l’investimento economico e di ore lavorative
    • il numero dei collaboratori deve essere proporzionato al numero di piante (50 per coltivatori novizi fino a 300 piante/persona per esperti)
  2. scelta del terreno
      • un buon terreno deve essere di medio impasto, non troppo argilloso per evitare i ristagni d’acqua

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AUTOPRODUZIONE: LA LEGGE PROIBISCE E LA COSTITUZIONE?

di Fabrizio Dentini

Essere attivista nel mondo contemporaneo significa selezionare una delle dimensioni del vivere quotidiano, nella quale si riscontra un certo grado d’ingiustizia, e dirigere su di essa le proprie energie fisiche e culturali. Spiegare, insomma, al resto della società che le condotte definite illecite in un determinato periodo storico possono essere serenamente rivalutate alla luce di informazioni più approfondite e che la storia dell’umanità è costellata di comportamenti considerati sino ad un certo momento nocivi che poi vengono invece pacificamente accettati e poi condivisi. Essere attivista significa trovarsi all’avanguardia di una minoranza che si indirizza alla maggioranza e cerca di cambiarne le opinioni.

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Cannabis light impegno strong

maggio 2017 articolo: Dolce Vita n°70

Ci stiamo svegliando da un lungo letargo, il lungo inverno chiamato proibizionismo sta sbiadendo e una nuova stagione per la pianta di cannabis avanza in tutto il globo.

L’Italia non è da meno, certo con la forte limitazione del seme certificato e del THC praticamente inesistente, ma dall’uscita della nuova legge 242/2016 ora molti agricoltori si possono permettere di osare di più, senza paura di ritorsioni da parte dell’amministrazione pubblica. L’idea partita dalla Svizzera della “marijuana light” o meglio infiorescenza sensimilla di canapa industriale selezionata per odori e gusti, sta conquistando tutti. Molti potranno sorridere vedendo quanto sforzo per produrre un fiore con basso principio attivo, ma questa fase è molto importante, sia per la sensibilizzazione che ci permette di fare sulla cittadinanza per sdoganare pianta e del fiore, ma sopratutto perchè trattandosi della stessa pianta, finalmente si cominciano a porre le basi per una produzione tecnica e di competenza, sperando un giorno di sostituire le sementi a basso THC con quelle per usi terapeutici e ricreazionali. Questo non significa che siamo arrivati, tutt’altro, aspettando da un giorno all’altro il colpo di coda del Proibizionismo in veste di Ministeri e a colpi di Decreti attuativi; entro giugno dovremmo conoscere le restrizioni alla legge che i ministeri della salute e dell’agricoltura riusciranno a inserire.

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Il gioco si fa duro

marzo 2017 articolo: Dolce Vita n°69

Dopo l’approvazione della Legge nazionale sulla filiera della canapa n.242/2016, si comincia a fare sul serio, il 29 febbraio assieme ai rappresentanti delle diverse realtà che trattano la canapicoltura
nel nostro paese, siamo stati invitati presso il Mipaaf (Ministero politiche Agricole, Alimentari e forestali) per un primo incontro tecnico in vista dell’apertura dei lavori per i Decreti Atuattivi e/o le Circolari Ministeriali che chiariranno le diverse criticità che la legge lascia in sospeso.

Il primo ostacolo che dovremmo superare e’ sicuramente il quantitativo massimo di THC che può essere presente negli alimenti, sia per “contaminazione” come avviene per i derivati del seme (olio, farina) che dovranno essere espressi in mg (parte/milione), ma sopratutto per tutti quei
alimenti che possono essere arricchiti con materiale vegetale (es: tisane, birra, ecc..) che ad oggi il Ministero non ha interesse a regolamentare per paura di invadere l’ambito della legge sugli stupefacenti n.309/90; la speranza e poter rientrare con quest’ultimi nella lista degli integratori alimentari.

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Verso la normalizzazione e oltre

gennaio 2017 articolo: Dolce Vita n°68

Siamo alle battute finali di una società malata, il nuovo avanza in tutto il pianeta e sovrasta la vecchia filosofia consumistica di sfruttamento. Si sta creando una coscienza in molti di noi che ci permette di vedere con consapevolezza quello che ci sta attorno, quello che prima era solo un animale o una pianta oggi possono essere visti come esseri viventi; questo non è scontato.

Molti stati in tutto il mondo si stanno muovendo verso una regolamentazione di alcuni usi dei cittadini che fino a ieri erano criminalizzate per stupida ideologia, oggi ci si rende conto che queste vecchie posizioni hanno permesso per decenni un arricchimento smodato delle criminalità internazionali e locali.

Queste vecchie posizioni hanno anche collaborato a sminuire la credibilità di
un amministrazione e delle forze dell’ordine che avrebbe il dovere di tutelare i diritti dei cittadini e non criminalizzarli con leggi incostituzionali o con abusi di potere ingiustificati su esseri umani non violenti.

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La Cura per uno stato di Diritto

novembre 2016 articolo: Dolce Vita n°67

Il giorno che il Proibizionismo sulla Cannabis verrà sconfitto, capiremo finalmente quali erano le vere doti curative di questa pianta. Certamente sono importanti gli apporti che i cannabinoidi danno alle diverse patologie, scopriremo anche le qualità di flavonoidi, terpeni e chissà che altro
elemento; ma c’è altro e non parlo solo delle doti nutraceutiche della canapa.
Quando gli estimatori della canapa saranno finalmente liberi, da discriminazioni, pregiudizzi e quando la cannabis riceverà il giusto rispetto, ci renderemo conto perchè questa pianta attira una parte eterogenea della popolazione mondiale; capiremo quanto eravamo cechi ed ottusi avvolti da
una “malattia” che non ci permetteva un apertura mentale tale da considerare una variabile, non solo sociale o culturale, ma addirittura razziale. Ebbene SI, la lotta per la libertà di questa pianta ci farà scoprire quanto le divesità interne al nostro corpo determinino le vere differenze raziali, più del colore della pelle. Carenze o saturazioni del sistema endocannabinoide (e non solo) potrebero essere alla base di ciò che distingue un fruitore di canapa da un consumatore di altre sostanze (legali o non) o magari da una persona totalmente astemia da vizi.

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