Manifesto dei consumatori & coltivatori di cannabis

documento presentato al Parlamento UE a  bruxelles

settembre 2015 articolo: Dolce Vita n°60

Come fruitori italiani della pianta di cannabis, vorremo portare un argomento che riteniamo importante al fine di proporre una sana discussione sulla legalizzazione della Cannabis Sativa L. La necessità di passare alla
regolamentazione dell’autoproduzione.
Noi estimatori della pianta di canapa, siamo consumatori-coltivatori consapevoli e teniamo a precisare che non si tratta né di una moda, né una trasgressione. L’autoproduzione è stata storicamente presente e portata avanti sino a che non è stata distorta con dolo attraverso una politica di disinformazione. Auspichiamo un immediata legalizzazione che miri ad educare i fruitori al un consumo responsabile.

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Biografia degl’interventi legislativi italiani in materia di stupefacenti

luglio 2015 articolo: Dolce Vita n°59

1923
Il primo intervento legislativo italiano in materia di stupefacenti fu la legge 396/1923Provvedimenti per la repressione dell’abusivo commercio di sostanze velenose aventi azione stupefacente” che puniva, con pene detentive brevi, la vendita, la somministrazione e la detenzione di tali sostanze da parte di persone non autorizzate nonché, con una multa, la partecipazione “a convegni in fumerie” (?!!) adibite all’uso di stupefacenti. Successivamente, la legge n.1145/1934 contenente “Nuove norme sugli stupefacenti” introdusse il “ricovero coatto” dei tossicomani in “case di salute”.

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E pur si muove!

maggio 2015 articolo: Dolce Vita n°58

Qualcosa di nuovo si sta muovendo dopo decenni di politiche proibizioniste, anche in Italia si comincia a percepire aria di cambiamento. La presa di coscienza che la guerra alla droga e alla prostituzione hanno fallito è evidente anche alle istituzioni. L’interessamento di molti parlamentari ci fa sperare che dopo 70 anni, la Repubblica possa ritornare a emanciparsi sul campo dei
diritti civili.

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Sudditi o Sovrani … ?

marzo 2015 articolo: Dolce Vita n°57

Spesso ci lamentiamo per la perdita di alcuni diritti inviolabili dell’uomo, questo è vero, stiamo perdendo alcuni dei diritti conquistati dai nostri nonni. Ma sappiamo cosa sia esattamente un diritto inviolabile? Questa domanda a tutt’oggi impegna molti studiosi e costituisce ancora un problema aperto.

Art. 2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Noi fruitori dell’infiorescenza di cannabis, siamo cittadini italiani e come tali possiamo collaborare al applicazione di questi diritti, quando saremo consapevoli che in molti di noi questa sostanza collabora nel svolgere la propria personalità perciò è parte integrante della nostra vita?
Se saremo consapevoli di questo e non succubi delle interpretazioni ufficiose e ufficiali delle pubbliche istituzioni con la loro visione miope della giurisprudenza e dei diritti, allora potremo rivendicare il diritto a fruire di questa pianta.

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I Partigiani della Canapa

gennaio 2015 articolo: Dolce Vita n°56

L’anno che si è concluso è stato molto importante per la canapa in Italia. E’ iniziato il 12 febbraio con la Sentenza di incostituzionalità (n. 32/2014) della legge detta “Fini-Giovanardi” ( decreto L.49/2006), alla quale sono seguite molte audizioni alle camere incentrate sulla pianta di Canapa e i suoi derivati. L’apice si è avuto con l’accordo Ministero della Salure e della Difesa sulla produzione di medicinali vegetali derivati dalla cannabis.  L’importante è stato aver iniziato un percorso di affermazione dell’esistenza degli estimatori della canapa, grazie alle fiere che si sono tenute a Fermo (oggi Bologna) “IndicaSativa trade”, a Napoli “Canapa in Mostra” e tra un mese anche a Roma con “Canapa Mundi“.
Il 2015 sarà un anno caratterizzato da un nuovo attivismo cannabico, un movimento di cui stiamo gettando le basi e che farà vibrare tutta la penisola (isole comprese) con il fenomeno dei “Cannabis Social Club”, nulla avranno in comune con i cugini Spagnoli, trattandosi di “formazioni sociali ove si svolge la propria personalità” (cit. Art. 2 della costituzione Italiana).

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